Respiro Nomade è un romanzo autobiografico, che racconta di viaggi e trasferimenti all’estero. Sono spaccati di una vita in movimento. 

respiro nomade - Bali

Irina, la protagonista, nasce ad Asmara, una città contesa tra due stati africani confinanti, l’Etiopia e l’Eritrea.
Una guerra tra i due popoli la costringe, ancora bambina, a fuggire in Italia, paese d’origine dei suoi genitori. Lascerà tutto il suo piccolo mondo dietro le spalle: si trasferirà prima a Roma e poi a Torino.
 

L’aver vissuto un’infanzia cosmopolita le permette di crescere mantenendo uno sguardo aperto e provando empatia per chi non le somiglia.
Ama l’Italia, ma al contempo le sta stretta nel suo essere troppo rassicurante: tutti parlano la sua lingua e si relazionano su basi culturali comuni, mentre lei si sente a suo agio in quel
melting pot che differenzia gli sguardi e che la porterà a spostarsi per il mondo. 

L’imprinting iniziale le è dato dalla famiglia, con cui si ritrova spesso a viaggiare, fino a quando, adolescente, comincia a farlo con le amiche, con la scusa di imparare le lingue.

Il viaggio diventa una passione imprescindibile. La curiosità la spinge a fare nuove esperienze. Esplora il globo in lungo e in largo, visitando cinque continenti e oltre cinquanta paesi. 

Diciottenne, prima dell’esistenza del progetto Erasmus, decide di frequentare l’Università di Chambéry in Francia.  Intraprende un percorso incentrato sul Commercio Internazionale che le consentirà di lavorare ovunque. Passa dall’Inghilterra alla Grecia, dalla Bulgaria alla Spagna, dalla Corea del Sud alla Cina, da Taiwan al Sudest asiatico. 

Regina delle liste e dei piani B, realizza i suoi sogni con entusiasmo e determinazione, programmandoli con razionalità. La sua vita è avventurosa e i suoi racconti sono emozionanti e divertenti. Sono un’incredibile fonte di ispirazione per chi, come lei, sente dentro di sé un irrefrenabile desiderio di partire.

È proprio il suo respiro nomade che, dopo tanto viaggiare, la porta a Bali, in Indonesia.  Vive a Ubud da otto anni con la sua famiglia, in mezzo alle risaie e in simbiosi con la natura. Lavora e condivide il gioie e dolori del quotidiano con ottanta colleghi balinesi, fino alla prossima tappa. 

I capitoli sono ambientati nei diversi luoghi visitati e mettono l’accento sul piacere della scoperta continua, sullo sguardo della protagonista e sui momenti vissuti con i compagni di viaggio.

Il tono è leggero e a tratti ironico, ma profondo. 

L’espediente narrativo è l’identificazione della protagonista con la sua città natale: Asmara al momento della nascita di Irina si trovava in Etiopia mentre, quando la riscopre in età adulta, è ritornata ad appartenere all’Eritrea.
“Il fatto che la mia città natale avesse cambiato nazione nell’atlante geografico, e avesse combattuto per non perdere la propria identità, mi sembrava un segno del destino: percepivo già che gli spostamenti sarebbero stati una condizione naturale della mia esistenza. Capii che avrei sempre cercato di rimanere me stessa.”

I suoi viaggi sono esperienze, sensazioni, incontri. Accompagnano il lettore attraverso un percorso di continue scoperte: mostrano città, deserti, savane, risaie e mondi sommersi, ma anche sguardi e comportamenti.

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Edito da Pubme – Collana gli Scrittori della Porta Accanto APS.
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